Una mano insegue un profilo
che conosce
su una tela lunare
venata di fragilità.
La sfiora la accarezza la scuote
coi suoi polpastrelli
di nero sangue.
Il foglio si impegna a non reagire
se ne sta, crede
bianco inerme àtono
ad aspettare.
Si finge un essere inanimato
pensa si possa mentire.
Il manipolatore invece sa
la tortura inflitta alla sua preda
e a poco a poco toglie
la maschera del suo pudore.
La carta sussulta sotto la pelle di lui
tremolante la superficie che geme,
palpita.
E poi, nulla più
appanna le sue ombre.