Impossibile fermare le onde: infinitamente si dondolano sospirano viaggiano corrono urlano.
Impossibile vivere il momento, semplicemente perché il momento non esiste: ogni attimo include quello passato e quello che verrà appena dopo.
Come onde viviamo in un flusso continuo: si vive NEL moVImento.
Non siamo eterni, però siamo fatti di eternità.
La stessa eternità di cui sono fatte le parole, le immagini, la musica.

CONOSCO UN UOMO



CONOSCO UN UOMO

Conosco un uomo che, fino a un certo punto, vive la propria vita senza guardarsi avanti, né indietro, senza porsi troppe domande o fare grossi progetti, pensando che tutto pian piano verrà da sé, e che per tutti c'è il tempo necessario per fare ciò che si vuole.
Poi arriva un momento, in cui l'uomo si ferma, e come uscendo da se stesso, si guarda dall'alto, nell'insieme, in un'unità di spazio e tempo, che è come a dire, osserva la propria vita intera.
E si rende conto che ha sbagliato tutto, che non ha ottenuto ciò che voleva, che non è diventato ciò che desiderava. Che deve correre per recuperare il tempo perduto, per fare in uno, due, tre anni, quello che si fa in decenni, o peggio, che non si raggiunge nemmeno in una vita. Che il nastro non si può riavvolgere. E avanti a lui? Un vuoto.
Vivere è fare tentativi. E allora non siamo altro che gli errori che abbiamo commesso e le prove che non siamo riusciti a superare, nuotando in un mare che ondeggia tra illusioni e disinganni, speranze e delusioni. Una vita da dipingere ogni giorno nella tela del tempo a noi concesso: quando sarà finita, sarà un'opera alla Pollock, piena di "macchie", ma di colori diversi, creata in modo non premeditato, ma proprio nell'assenza di armonia si ritrova l'armonia; una vita che coincide con un brano musicale, senza strofe o ritornelli, senza logiche o schema: ogni nota che si aggiunge, compone il flusso della nostra esistenza, come l'insieme dei tasselli del codice genetico compone il DNA.
Infiniti DNA, ognuno diverso dall'altro, infinite opere d'arte...
Dagli errori si può imparare, ma poiché ci è stato concesso un solo tentativo per vivere, certi sbagli non si possono riparare. Nessuna vita precedente ci ha insegnato quali sono le scelte giuste e quali quelle sbagliate, le decisioni che prendiamo sono come il lancio di un dado. Il quale è uno, ma ha tante facce, e solo cambiando prospettiva ti accorgi di come cambia tutto l'esito della partita.
La differenza sta nel decidere se competere o giocare. Forse vince "meglio" chi riesce a fare entrambi insieme.

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