Scorgo un'oasi di pace
nel deserto mortifero
di un gennaio che soffoca.
Un sole generoso fa capolino
sul quadro in movimento
appeso alla parete.
Ingorda e delirante,
assalgo la finestra,
questa tela di Fontana
di cui squarcio il taglio:
assalgo la finestra,
questa tela di Fontana
di cui squarcio il taglio:
trapasso il muro di vetro,
che separa il pulviscolo
torbido e consumato
dall'aria intrisa di vita là fuori.
Come immersa in una vasca
di putrido stagno,
nuoto fino in superficie,
rigettando ghignanti tossine,
in cambio di ventate
di raggi profumosi.
Labbra socchiuse,
sotto languidi occhi,
si lasciano prendere e carezzare
da questa brezza
impregnata di rose.
impregnata di rose.
Al fine, sature d'amore
avidamente ingurgitato,
si abbandonano
a un sospiro orgasmico,
prima di riunirsi in un sorriso
di meritato riposo.
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