Impossibile fermare le onde: infinitamente si dondolano sospirano viaggiano corrono urlano.
Impossibile vivere il momento, semplicemente perché il momento non esiste: ogni attimo include quello passato e quello che verrà appena dopo.
Come onde viviamo in un flusso continuo: si vive NEL moVImento.
Non siamo eterni, però siamo fatti di eternità.
La stessa eternità di cui sono fatte le parole, le immagini, la musica.

RITRATTO ESTERNO DI UNA PECORA NERA


La pecora nera siede sulla panchina, il lampione la illumina.
Davanti a lei pecore bianche scorrono, come fiumi in piena.
Prese dai loro pensieri inutili, dai loro futili impegni, sono immerse nella nebbia.
La luce del lampione non infonde in loro il suo calore.
Dalla sua postazione privilegiata, ma stranamente del tutto ignorata, la pecora nera osserva:
loro fissano il vuoto, lei fissa loro. Loro corrono, frenetiche, lei sta, immobile.
Loro vanno, lei resta.

La pecora nera sogna, ma è sognando che vive. Ed è vivendo che sogna.
Sogno e realtà sono per lei unica dimensione, perfetta simbiosi.
L'illusione è ciò di cui la sua realtà ha bisogno, ma è del reale che la sua illusione si alimenta.
Non ha bisogno di viaggiare: ci pensa la sua mente a farlo, alla velocità della luce.
Viaggi vaghi, ma al tempo stesso chiarissimi, così confusi, ma anche così intensi...
Immensi.
Talmente immensi, che a volte si schiantano contro l'albero della realtà.

La pecora nera vive da straniera. 
La potenza della sua immaginazione non corrisponde a un'abilità nell'azione:
illusa dalle sue stesse utopie, si ritrova impotente e insofferente, in un mondo che non le appartiene.

A disagio si sente in mezzo alla folla. Fannullona tra chi fa, inetta tra chi è retto, apatica tra chi è simpatico...
Ecco allora, che l'accidia la prende, e solo melanconia sprigiona la sua mente.



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